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Oltre lo Specchio
CONCORSO NAZIONALE DI IDEE_
Lo specchio è qualcosa di più che un semplice oggetto, è atmosfera. Il fascino dello specchio è talmente catturante che sono state sviluppate addirittura fiabe di grande successo intorno ad esso, basti pensare alla celebre frase "..specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?".
Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, allora lo specchio cosa è?
La prima risposta concreta che viene in mente è una superficie riflettente sufficientemente lucida da permettere la riflessione di immagini, costituita da una lastra di vetro sulla quale è deposto un sottile strato di alluminio o rame o altro metallo, fissato al vetro per elettrolisi.
Lo specchio più antico è quello inventato dalla natura: i primi uomini si divertivano così tanto nel vedere la propria immagine riflessa in mari, laghi e fiumi, che per specchiarsi riempivano d'acqua i piatti di terracotta. Gli specchi "veri" usati fino al Medioevo però erano dei semplici dischi di metallo (bronzo, stagno o argento) leggermente curvi e lucidi. Ce n'erano anche di vetro, con uno dei due lati annerito dal piombo. Nel 500 Leonardo Fioravanti scrisse un trattato per spiegare la tecnica per fabbricare gli specchi utilizzando mercurio o stagno, cioè un metallo riflettente.
L'impiego di questo metodo si diffuse a Venezia, dove fiorì l'arte del vetro, durante il XVI secolo.
La storia è importante e non deve lasciarci indifferenti, ma adesso lo specchio deve rispondere a nuove esigenze, non si tratta solo di riflettere un'immagine.
Lo specchio deve estendere la dimensione percettiva dell'ambiente in cui si viene a trovare, così facendo l'utente avrà una sensazione di benessere. Oltretutto è bene ricordare che l'altezza media di un uomo si è alzata da 1.74 del 1970 al 1.78 del 2005, questo significa una nuova posizione ed una nuova dimensione dello strumento specchio.
Lo specchio che abbiamo pensato garantisce una grande estensione del bagno in cui si trova, oltre a proporre una nuova scelta formale dove lo specchio diventa rivestimento. L'oggetto in questione è bipartito, un elemento a sviluppo verticale parte fin da terra e arriva alla quota massima, e l'altro invece a sviluppo orizzontale che si configurano come una L sottosopra. La quota massima è di 230 cm dal livello della pavimentazione del bagno, lo specchio più piccolo invece parte da quota 110 e raggiunge quota 230. Sono larghi entrambi 110 cm e sono separati o congiunti attraverso una lastra di vetro che nasconde un apparecchio illuminante. Questo elemento è un prisma a base triangolare che parte da terra, appena interseziona il vetro orizzontale perde uno spigolo e prosegue con una sola inclinazione fino all'altezza massima di 230 cm. L'elemento illuminante è presente anche sopra lo specchio più piccolo, caratterizzando il prospetto in maniera decisa e riconoscitiva.
Lo specchio piccolo orizzontale è pensato per nascondere un contenitore scorrevole a mensole su telaio metallico, il quale appare uscendo dalla destra del nostro specchio (quindi lo specchio lungo sarebbe ipoteticamente sulla sinistra), mentre la posizione di massima estrusione, oppure quella di blocco, sono garantite da una sistema di calamite elegante e raffinato. La soluzione è pensata per inserire il lavabo sotto lo specchio piccolo orizzontale, cosicché sulla sinistra ci sia lo specchio lungo dove ci si può specchiare la propria interezza psicofisica. Perché il problema degli specchi è vedersi a pezzi, questo specchio è pensato per rispondere alle richieste di lettura completa del nostro corpo. E' un prodotto discreto sia in ambiente domestico che commerciale (SPA).
Il livello di riproducibilità è elevatissimo in quanto tutti i profili metallici sono di misure standard e sagomati secondo la geometria piana euclidea, naturalmente è necessario un lavoro di carpenteria
L'elemento riflettente dello specchio orizzontale può anche essere trattato in maniera tale da sembrare trasparente se illuminato in maniera particolare oppure completamente riflettente oscurando totalmente il contenuto.
E' interessante notare come il gioco compositivo formale della linea del nostro specchio instauri un dialogo con l'opera del pittore Mondrian, la quale ricerca astrattista-elementarista porta ad una nuova definizione, o meglio estensione dello spazio.
Anno | 2009 |
Luogo | Firenze |
Progetto | Casati Riccardo, Mannucci Jacopo |